giovedì 29 marzo 2007

Vita in campagna (II)

Questa è Clara



L’altra sera verso le 9 me ne stavo mollemente adagiata sul divano, caminetto acceso, tv accesa e uncinetto tra le mani, quando è partita la sirena dell’antifurto. E perché? Non l’avevo mica inserito. Vado alla centralina e comincio a smanettare, quella smette, mi rimetto a sedere sul divano e quella ricomincia. Digito codici a vanvera, smette di nuovo e di nuovo riparte. I cani abbaiano, la sirena ulula. Mi faccio forza, metto la giacca ed esco per andare al quadro elettrico. Sembra tutto a posto o comunque non so dove mettere le mani. Vado alla centralina del ristorante, forse è quella in casa che ha qualche contatto. Spippolo e parte anche l’allarme del ristorante! Torno al quadro elettrico e provo a togliere la corrente, ma le sirene continuano a strillare, com’è ovvio che facciano visto che sono pensate anche per fregare i ladroni che taglino la corrente. Resta il fatto che non avevo inserito nessun allarme. Che succede? I cani guaiscono e corrono avanti e indietro, mi guardano preoccupati, i gatti sono spariti dalla circolazione, signorilmente infastiditi dal fracasso.
Torno in casa e decido di chiamare l’elettricista. In circostanze del genere il pro di abitare in una casa isolata è che non ci sono vicini che si affacciano, vengono ad aiutare improvvisandosi esperti di ogni e qualunque attrezzatura, infine si incazzano perché le tue sirene tengono svegli i bambini; il contro è che l’elettricista, pur amichevole e volenteroso, abita lontano e visto che non ci sono ospiti paganti non mi sento di chiedergli di venire subito. Mi dà qualche suggerimento, ma ammette che io non sono in grado di disattivare del tutto l’antifurto, comunque giura che verrà la mattina dopo.
Torno alla centralina, tento qualche manovra a casaccio e magicamente la sirena del ristorante si cheta. L’altra continua a urlare ma già mi contento.
Mi rimetto sul divano, guardo la tv e lavoro a uncinetto facendo l’indifferente, e intanto la sirena ulula. Ogni tanto smette e mi illudo che il concerto sia finito, invece ricomincia sempre. Dal salotto arriva un po’ attutito, ma nel silenzio totale della notte di campagna riecheggia e rimbomba ed è impossibile ignorarlo.
Vado a letto che è l’una, casco dal sonno e penso che così mi addormenterò senz’altro. E in effetti mi addormento, ma tutte le volte che la sirena ricomincia mi risveglio; perché comunque anche lei continua ad attaccare e staccare. Alle 6 di mattina mi sveglio definitivamente, prendo un bel caffè e resto a letto a leggere. Verso le 7 e mezzo mi alzo e mi accorgo che da un po’ la sirena non riparte più. Che sarà?
Verso le 10 arrivano Raimondo e Davide, gli elettricisti. Smontano il quadro elettrico, verificano codici e contatti, attaccano e staccano, controllano e testano e arrivano alla conclusione che lì è tutto a posto, evidentemente c’è un contatto nella sirena stessa. Davide si arrampica su una lunga scala, smonta la scatola della sirena e… ci trova dentro un pipistrello! Stordito e sbigottito ma vivo e vegeto. Lo depone dolcemente sulle tegole del tetto e dopo un po’, mentre lui rimonta la scatola della sirena, il pipistrello vola via. Resta incomprensibile come abbia fatto ad entrarci, visto che dovrebbe essere a tenuta stagna. Ripenso alla mia notte insonne, ma chissà che incubo è stata quella del povero pipistrello!

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